Nato nel 1302, al tempo della dominazione della Repubblica di Venezia, quale porto di Cesena, “Il Cesenatico”, diventa il centro costitutivo di una nuova città. Una piccola città che occupava le rive opposte del canale, i quartieri del “Monte” e della “Valona”: umile ed insolita per costituzione e per il mancato riconoscimento della sua autonomia fino all’Ottocento, ma forte della sua consacrazione all‘attività della pesca ed degli scambi commerciali. L’aggregato urbano di Cesenatico  ed il territorio tutt’intorno  è celebrato ancor oggi  come una creazione del porto-canale e delle attività che lì venivano svolte. Principali infrastrutture ancora visibili oggi le case dei pescatori, i magazzini per le merci, e le conserve per il pesce.

Nel 1500 l’amministrazione cittadina nella persona di Cesare Borgia, detto il duca Valentino, dà incarico a Leonardo da Vinci di occuparsi della ristrutturazione del porto. Il disegno, datato “6 settembre 1502 a ore 15” ed oggi conservato al Louvre di Parigi, guarda dall’alto la città ed è ricchissimo di particolari e misurazioni. Il progetto originario prevedeva peraltro anche la riorganizzazione della città, collegandola a Cesena, e soprattutto rinforzandone le fondamenta, continuamente minacciate da fenomeni di insabbiamento, e la rete fognaria. Parte di questo progetto, purtroppo, rimase solo su carta, poiché il regno del Valentino durò troppo poco, d’altro canto però Leonardo Da Vinci risolse l´annoso problema dell´insabbiamento dell´imboccatura, ed alla luce dell’esperienza acquisita nella laguna di Venezia, realizzò un rete di vene laterali e paratie per contenere l’alta marea, individuando anche la necessità di aumentare il molo di levante rispetto a quello di ponente: soluzione successivamente adottata, quest’ultima, da tutti i porti della Romagna. Il Porto Canale Leonardesco è avvertito come l’asse portante della città ed un vero museo a cielo aperto allo stesso tempo, affacciandosi sulle sue banchine anche tutta una serie di istituti culturali di opera recente: il Museo della Marineria, Casa Moretti e l’ Antiquarium Comunale.

La popolazione a quell’epoca si approvvigionava ampiamente di pesce, e per conservarlo vennero costruite delle strutture apposite - che andranno poi in disuso nel Novecento - le “Conserve”, ovvero dei grandi pozzi profondi fino a sei metri di forma tronco-conica con diametro fio agli otto metri, perfettamente integrate, dal punto di vista architettonico, con le antiche case del centro storico della città. Vi si riversava al loro interno,  a partire dal periodo invernale, per conservare il pesce, ghiaccio e neve. Ad oggi sono rimaste intatte due sole conserve delle molte esistenti.
 
Negli anni successivi alla dominazione del Valentino Cesenatico soffre la presenza dei pirati, che allora depredavano le coste dell’intero Adriatico: veneti, slavi, Saraceni; ma nonostante incombesse il pericolo di malattie e di miseria resiste, grazie anche alla costruzione di torri di avvistamento e difesa, fino a rivedere la luce nel Settecento, definito il “suo Secolo d’Oro”. Cesenatico allora respira una ventata di nuova ricchezza, spingendo la popolazione cesenaticense a rivendicare piena autonomia dalla città di Cesena. La Chiesa è contraria a questa rivendicazione e vuole mantenere l’ordine stabilito, ma con l’arrivo delle truppe napoleoniche Cesenatico vive il suo primo periodo di libertà. Riesce infatti a liberarsi, divenendo finalmente nel 1798 comune autonomo, tuttavia con l´arrivo degli austriaci nel 1799 viene riportato l´antico ordine pontificio; solo nel luglio del 1800, al ritorno dei francesi, Cesenatico diviene nuovamente autonoma e finalmente riconosciuta tale anche dallo Stato Pontificio, nonostante le dispute sui confini con Cesena continuino. E’ il 1827 e l’economia di Cesenatico, peraltro, continua a crescere grazie all’immigrazione di nuovi manovali e pescatori, che rendono Cesenatico uno dei più importanti pescherecci dell’Adriatico centro-settentrionale. Risale sempre ai primi dell’Ottocento la costruzione, nel cuore del paese e a metà del Porto Canale, della Pescheria, che ancora oggi svolge la sua funzione di punto di raccolta e di rivendita al dettaglio dei prodotti ittici.
 
A partire dal 1842, risolte ormai le tensioni con Cesena, Cesenatico vive la fase dell´indipendenza italiana. Dopo aver lasciato Roma e dopo essere stato ospitato nella Repubblica di San Marino, il 1 giugno del 1849 Garibaldi, deciso a proseguire la sua guerra contro gli Austriaci con al seguito un manipolo di 4000 persone,  entra in Cesenatico fra il giubilo della popolazione. Con il plebiscito di marzo del 1860 Cesenatico viene annessa al Regno di Sardegna, che l´anno seguente diviene il Regno d´Italia. 
 
Da sempre, seppure con difficoltà, l’economia del borgo e successivamente della città di Cesenatico sono sostenute dallo sviluppo e dalla commercializzazione di prodotti ittici e mercantili, ma  la crescita vera e propria di Cesenatico,  in termini economici, deriva dal potenziamento dell’attività turistica e balneare avvenuto in epoca recente1, a partire dalla seconda metà del secolo scorso, portando in luce la sua rara ed autentica bellezza. Attività che si alterna ancor oggi, all’alba del XXI sec., a quella dell’imprenditorialità ittica: senza esaurirne né indebolirne di fatto la vocazione ed il suo  fascino senza tempo, semmai, potendo, celebrandola e portandola in luce. Un esempio importante ed ulteriore di valorizzazione dell’antica attività peschereccia di Cesenatico è costituito dalle iniziative di Pesca Turismo. 
 
Note
 1 Molte delle antiche case, nel secolo scorso, vengono convertite in alberghi e colonie, ed inizia anche la costruzione del famoso grattacielo, simbolo dell´avvio ad una nuova era incentrata sul turismo di massa. 

Copyright © 2012 Casa del Pescatore